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Le piante rappresentano oltre l’82% della biomassa del nostro pianeta. Una percentuale che è la misura unica e indiscutibile del loro successo. Di tutto quello che è vivo sulla terra, gli animali rappresentano (in peso) un insignificante 0,1%. Com’è possibile che esseri viventi così insignificanti e apparentemente inermi, senza alcuna sensibilità, memoria, capacità cognitiva, in balia dell’ambiente e dei predatori, siano in grado di raggiungere una tale straordinaria e incontrastata diffusione? Sembrerebbe lecito sospettare
che abbiamo sottovalutato le reali capacità delle piante, e questo sospetto è alla base di tutti gli studi di Stefano Mancuso.
Neurobiologo vegetale e appassionato divulgatore, scienziato di rilievo mondiale, è stato inserito dal “New Yorker” (prestigioso settimanale statunitense) nella classifica dei “world changers” cioè di chi con i suoi studi ti cambia la vita. È professore presso l’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili. A Sesto Fiorentino dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV), uno dei più grandi centri di ricerca mondiale per lo studio e il comportamento delle piante, e nel 2014 fonda PNAT, una startup dell’Università di Firenze per la creazione di tecnologia ispirata dalle piante.